Warren Buffett diceva: "
Nel management della nostra vita c’è solo una regola: amare tutto quello che fai. Nel management degli affari, la regola è: impiega quegli uomini che amano quello che fanno".
Non devi essere uno specialista in psicologia per renderti conto quando un manager o un impiegatoama quello che fa. Lo si vede nel suo atteggiamento, nel modo in cui parla, nella maniera in cui presenta un’offerta, quando parla del suo posto di lavoro o dell’azienda che lui rappresenta.
Ci sono tanti che si lasciano guidare dall’idea "è solo un lavoro". Un posto dove vado ogni giorno sperando che la giornata finisca più presto, dove faccio solo quello che mi viene chiesto (o quello che sta scritto sulla scheda del posto di lavoro), finchè arrivi il giorno dello stipendio. Non sono motivati. Non hanno mire, non hanno prospettive. Tutto sembra uguale e, col tempo, diventa frustrante.
Succede, invece, d’incontrare professionisti che ti affascinanosin dal primo momento: pieni di entusiasmo, di energia. Sono quelli che gesticolano, che sono sempre vivaci, che sorridono, che offrono e cercano soluzioni. Non dicono mai "non è possibile",si tormentano per ogni cliente, per renderlo felice e per offrirgli i servizi o i prodotti desiderati. Sono coloro che hanno delle idee, che si implicano nell’attività dell’azienda e sono fieri di quello che fanno. Inoltre, sono coscienti che, se l’azienda va bene, sarà bene anche per loro. È chiaro: amano quello che fanno e sono, per ogni manager, gli impiegati perfetti.
Io sono fortunato. Amo quello che faccio. Nella vita quotidiana e, soprattutto, nella vita professionale. È per questo che ho cercato di avere sempre nella mia echipé, gente che, come me, ama quello che fa. Sì, avere la motivazione del manager è importante per l’evoluzione dell’impiegato, ma dipende dall’impiegato se vuole usare questa motivazione o no. Perchè so dalla mia esperienza che, a volte, il dipendente non riesce ad essere contento con quello che fa, nonostante tutto quello che il manager faccia per lui – a partire dagli incentivi fino ai training.
Amo lavorare con uomini che s’impegnano, che vogliono sapere di più di quello che sta succedendo nell’azienda, che non dicono "a me interessa solo la parte che faccio io, del resto, mene frega", che propongono nuovi progetti ed hanno il coraggio di esporli. Ho visto in ogni azienda con cui ho lavorato che tutti questi fattori si rispecchiano nei risultati –nei risultati dell’individuo, ma anche del collettivo.
Perciò, raccomando ad ogni manager di scegliere per la sua echipé professionisti che si propongono di avere successo, non di avere solo uno stipendio. E, sempre dalla mia esperienza, consiglio i possibili impiegati di cercare quei lavori che li rendino felici ogni giorno, che li spronino e li stimolino e che sfruttino le loro abilità e le loro competenze al massimo. In tal modo, si raggiunge una situazione in cui vincono tutti, sia l’azienda che l’impiegato.
Per maggiori informazioni sulla mia esperienza manageriale, ma anche se avete bisogno di idee, opinioni, etc. mi potete contattare su
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